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Verso un apprendimento significativo: studiare in maniera consapevole

2021-04-06 16:52

Patrizia Di Marco

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Verso un apprendimento significativo: studiare in maniera consapevole

Per molti l'apprendimento è imparare concetti in modo passivo, invece lo studio dovrebbe essere attivo, consapevole e motivato: un apprendimento significativo

Nelle scorse settimane sono stata chiamata per seguire dei gruppi di bambini e ragazzi per un supporto al metodo di studio; l’obiettivo era quello di aiutarli a sviluppare consapevolezza del proprio modo di apprendere e trovare insieme delle strategie per affrontare al meglio lo studio delle varie materie scolastiche. Inizio così a pensare a quali argomenti inserire, quali temi toccare, quali programmi di aiuto allo studio mostrare loro… e poi arriva lo scontro con la realtà: alla mia domanda iniziale “sapete perché facciamo questi incontri?” nessuno è riuscito a darmi una risposta. Oltre a capire che avrei dovuto immediatamente ridimensionare il mio intervento, un pensiero è arrivato chiaro e lampante: questi bambini non hanno consapevolezza di ciò che stanno facendo.

Che fosse per mancanza di informazioni, per scarso interesse o per altre motivazioni non sono riuscita a comprenderlo; in ogni caso, la sostanza è che i ragazzi non avevano idea di cosa fossero chiamati a fare in quelle due ore settimanali insieme a me e questo aspetto non poteva essere ignorato. Com’è possibile lavorare su un obiettivo che neanche abbiamo fatto nostro? 

 

Nonostante il lavoro non riguardasse materie di studio specifiche ma fosse trasversale alle modalità di apprendimento in generale, ho riflettuto sul fatto che spesso bambini e ragazzi vivono la stessa situazione nel percorso scolastico. Per molti lo studio è qualcosa di passivo, un dovere che si porta a termine perché obbligati, ma senza comprenderne veramente il senso; in questi casi non c’è spazio per il ragionamento, aspetto che è invece fondamentale sviluppare per ottenere risultati efficaci e duraturi. Purtroppo, gran parte dell’apprendimento scolastico è quello che Ausubel (1968) definisce “rappresentativo”, ovvero un tipo di studio che consente agli studenti di imparare le definizioni dei concetti, ma senza acquisirne il significato profondo. Per fare questo è necessario sviluppare nei ragazzi la capacità e la motivazione ad andare oltre il concetto in sé e di approfondirlo, attraverso il ragionamento e la partecipazione attiva. 

 

La tipologia di studio che dovrebbe prevalere nel percorso scolastico (e non solo) è ciò che viene chiamato “apprendimento significativo”, vale a dire quel processo attraverso il quale le nuove informazioni, entrando in relazione con i concetti pre-esistenti, acquisiscono un significato profondo, collegato ad una varietà di informazioni e contesti. Questa modalità, sostiene Novak (2010) è quella che consente di ricordare a lungo le conoscenze acquisite e di comprendere realmente il significato di ciò che stiamo imparando. È un meccanismo reso possibile dall’atteggiamento attivo verso ciò che dobbiamo apprendere e dai collegamenti che riusciamo a fare con le informazioni che già possediamo, dato che comprendere le connessioni tra i vari elementi richiede uno sforzo ed un’operazione più complessa rispetto all’imparare una semplice definizione.  

 

Questa tipologia di apprendimento non consente solo uno sviluppo a livello cognitivo, ma aumenta anche il senso di autoefficacia della persona, definito da Albert Bandura come la consapevolezza di essere capace di dominare specifiche conoscenze e situazioni. È una conseguenza che deriva dalla maggiore padronanza delle informazioni, dei loro legami e dei contesti in cui si applicano; inoltre, una comprensione profonda degli argomenti porta l’allievo ad essere più sicuro e più motivato allo studio.

 

Per arrivare ad un apprendimento significativo è quindi fondamentale la motivazione ad imparare in maniera attiva, ma da sola non basta. Importantissimo è anche il contesto in cui si apprende, e quindi la funzione dell’insegnante: chi insegna deve prendere in considerazione le conoscenze dell’allievo (base per la costruzione di nuove connessioni), conoscere le diverse modalità di apprendimento e le conseguenti strategie più efficaci da applicare. L’insegnante dovrebbe inoltre favorire il ragionamento e la discussione con gli altri, in modo da stimolare la riflessione e l’acquisizione di più punti di vista. Grazie ad un apporto positivo del docente, che diventerà una guida per l’allievo, quest’ultimo potrà piano piano conquistare maggiore sicurezza e consapevolezza di sé e delle modalità con cui attivarsi per un apprendimento attivo e profondo. 

Non è certo un obiettivo di facile realizzazione, né veloce da raggiungere; ci vuole tempo e pazienza per passare a questo tipo di studio e di certo non basta dare delle nozioni “giuste” per far sì che l’allievo comprenda realmente l’argomento. Si tratta di un lavoro impegnativo, sia da parte dell’allievo che da quella dell’insegnante; posso però assicurare che il risultato è sorprendente: sentire M. che, alla fine del nostro ciclo di incontri, mi dice estasiato “ho capito, queste cose servono in tutto, non solo a scuola!” è stata un’immensa soddisfazione.